Canelli è il luogo più spumeggiante d’Italia ed è proprio da qui che partì il sogno della candidatura Unesco, poi concretizzatosi nel giugno 2014.
Ci siamo stati e abbiamo scoperto una cittadina che, pur nelle dimensioni contenute, può offrire al visitatore vini d’eccellenza, arte, storia e il pretesto per una giornata speciale.
Se volete, potete fare base a Canelli e muovervi da qui per raggiungere altre località interessantissime nel raggio di 10/50 km: Asti, Alba, Acqui Terme, Nizza Monferrato o spingervi a Savona e prolungare il vostro soggiorno.
Cosa vedere
Le “Cattedrali sotterranee” – le antiche cantine in cui nacque e si sviluppò la più grande industria spumantiera italiana – lasciano a bocca aperta non tanto per la loro bellezza, quanto per le storie delle singole famiglie che le hanno costruite e mantenute nel tempo. Storie che paiono romanzi. Le più spettacolari sono le cantine Contratto, un tempio Liberty; le Bosca, rese ancor più suggestive da una ambientazione multimediale di suoni e immagini; le Coppo, “scrigno” della Barbera; le Gancia, in cui nacque il primo spumante italiano.
Oltre alle Cattedrali, consiglio una visita alla storica distilleria Bocchino. Il restyling di cui è stata oggetto è ineccepibile. La struttura ottocentesca è diventata uno showroom moderno, elegantissimo e raffinato, dall’atmosfera irreale. Qui gli appassionati di grappa e distillati potranno anche “creare” la propria grappa o prenotare degustazioni esclusive di selezioni particolarmente pregiate.
Ora di pranzo: dove andiamo? Beh, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si può scegliere fra il ristorante stellato, la trattoria tipica oppure uno dei tanti agriturismi di livello appena fuori città.
Non potete andarvene senza una passeggiata digestiva fino al Castello Gancia, sulla sommità della collina che domina Canelli. Ci siamo inerpicati lungo la “Sternìa”, l’antica strada in acciottolato che collega la parte bassa della città al borgo di Villanuova, l’agglomerato di case che si sviluppò alla base del castello. Nata come semplice punto da cui controllare il territorio e i transiti verso il mare, la struttura assunse nei secoli le forme di un castelletto e passò di casata in casata, fino ad arrivare nella disponibilità della famiglia Gancia. Nel 1929 Camillo, ultimo erede, lo ristrutturò, donandogli l’aspetto di un’elegante villa settecentesca e regalandogli uno splendido giardino all’italiana. Purtroppo, essendo privato, non è visitabile.

Fra le casette colorate, le scalette e i sentieri in pietra di Villanuova, la Via degli innamorati accompagna il turista fin sul balcone panoramico da cui si gode di una vista impagabile sulla città e sulle colline che la incorniciano. L’immagine perfetta da portar via come souvenir.